DDL regionale di riforma: l’orgia degli acronimi

DDL regionale di riforma: l’orgia degli acronimi

Dopo molto battagliare è stato pubblicato il DDL regionale sulla riforma della “31” (oppure della 33/2009) cioè della legge fondamentale che regola la vita sanitaria lombarda. L’organizzazione pensata dai funzionari regionali, lo confessiamo, ci procura qualche mal di testa tanto è complicata e ricca di acronimi. L’unica semplificazione è l’accorpamento dell’assessorato alla salute con quello alla famiglia. Poi per il resto l’organizzazione cambia radicalmente e diventa molto più intricata. Vediamo di riassumerla.

Prima novità: le prestazioni sanitarie (tutte! Sia quelle ospedaliere che quelle territoriali) saranno erogate da “Aziende Integrate per la Salute e l’Assistenza (AISA) i cui ambiti territoriali e di riferimento sono determinati con successivo provvedimento di Giunta sulla base di bacini di utenza di norma non inferiori a 400.000 abitanti e tenuto conto delle particolarità territoriali“. Delle AISA faranno parte le UCCP (Unità Complesse di Cure Primarie) “di norma organizzate in sede unica, ben identificabili dal cittadino, e costituite all’interno di strutture quali presidi ospedalieri, poliambulatori, strutture distrettuali collegate informaticamente con l’Azienda di appartenenza e dotate di strumentazioni di base, costituiscono sedi privilegiate per l’esercizio della medicina di iniziativa nei confronti dei pazienti cronici“. Alcune UCCP saranno organizzate in POT (Presidio Ospedaliero Territoriale) ed in PreSST (Presidio Socio Sanitario Territoriale).

E’ inoltre istituita l’Agenzia di Controllo del Servizio Socio Sanitario Regionale con funzione di controllo, appunto, dell’erogazione delle prestazioni (una specie di agenzia di NOC?? Una sorta di polizia sanitaria??).

Poi ci sarà anche la ATS: l’Agenzia per la Tutela della Salute: “all’ATS sono attribuite dalla Regione le competenze inerenti la prevenzione ambientale e di comunità, la programmazione e l’acquisto; l’ATS garantisce  le prestazioni sociosanitarie previste nei Livelli Essenziali di Assistenza ed in eventuali livelli aggiuntivi definiti dalla Regione, attraverso rapporti contrattuali con tutti i soggetti erogatori accreditati, pubblici e privati insistenti sul relativo territorio di competenza, necessari al raggiungimento degli obiettivi previsti nel Piano Socio Sanitario Lombardo“. Dell’ATS faranno parte le ASSL (Articolazioni SocioSanitarie Locali) con compiti di: “– prevenzione, igiene e sanità pubblica; – governo cure primarie; – programmazione, accreditamento, acquisto e controllo delle prestazioni sociosanitarie; – valutazione multidimensionale del bisogno; – programmi di prevenzione, cura e riabilitazione; – programmazione a livello locale della rete delle unità d’offerta sociosanitarie, nel rispetto degli indirizzi della programmazione regionale e sentita la Conferenza dei Sindaci del territorio di competenza; – governo della farmaceutica e protesica; – collaborazione con i comuni nella programmazione della rete locale delle unità di offerta sociali“.

Infine è istituito un Osservatorio SocioSanitario lombardo di cui faranno parte anche gli Ordini dei Medici.

Al di là dell’orgia delle sigle e della inutile complicazione di istituire agenzie, aziende, etc (ma si sa, sono tutte poltrone e poltroncine che verranno date ai boiardi regionali, stipendi e stipendiucci che tirerà fuori Pantalone alla faccia dei cittadini e degli operatori del settore), l’unico elemento positivo è rappresentato dalla rinuncia (almeno per il momento) a consentire che il Direttore Sanitario lo possa fare anche un veterinario, un farmacista o un biologo. Tale fatto aveva suscitato le proteste dell’Ordine dei Medici di Milano e sembra sia stato completamente tolto.

Staremo comunque a vedere quello che succederà in Consiglio Regionale e quale sarà il testo definitivo.

Leggi il testo della Riforma 23 Dicembre