Ricette virtuali e vecchie indennità

Ricette virtuali e vecchie indennità

Alla fine dello scorso luglio si è svolto il Comitato Regionale lombardo della Medicina Generale: all’ordine del giorno la smaterializzazione della ricetta medica. In verità sarebbe più giusto parlare di “decolorazione” della ricetta, poiché bisognerà continuare a stampare, ancora per molti mesi, una sorta di ricetta che verrà chiamata “promemoria”. Tutto per una legge di diversi anni fa, che già viene applicata in tutta Italia. La Lombardia è, una volta tanto, buona ultima. Dico “una volta tanto”, poiché di solito le innovazioni le fanno sempre nella nostra regione e sulla pelle dei Convenzionati (v. SISS “a gratis”, tanto per intenderci).

Ma come mai non si può stilare la ricetta evitando del tutto di stamparla, lasciando poi che il cittadino vada in farmacia con la tessera sanitaria per farsi dare il farmaco prescritto dal Medico? Ebbene, l’unica ragione vera è una sola. Il farmacista, per farsi poi pagare, ha bisogno di un pezzo di carta per attaccarci i “bollini” dei farmaci, prima di spedire il tutto per l’incasso! Pertanto, SNAMI (e altre OOSS) hanno chiesto che il promemoria fosse stampato in farmacia. La Regione, però, si è subito schierata dalla parte dei farmacisti: adducendo misteriosi motivi “di sicurezza” è stato affermato che la cosa non potrà assolutamente essere possibile. Il Direttore Generale Sanità ha detto che, al più, si potrà incaricare il paziente di stampare il promemoria…. Al che, mi è apparsa la scena della “mia” Sig.ra Carmela (di quasi 90 anni), invalida con accompagnamento e che parla un simpaticissimo patois siculo-italiano, mentre cerco di spiegarle come fare a stampare il promemoria che le darà poi diritto all’erogazione delle scatolette di farmaci che abitualmente prende… E chissà perché,… un colossale “dottore, ma vaffa…” è risuonato nella mia testa!!!!

L’ho sempre detto: le leggi e i regolamenti li fanno funzionari di elevato livello sociale, giovani o abbastanza giovani, ricchi e in buona salute. Persone, insomma, a cui sorride la vita e che non hanno la minima idea di cosa succeda davvero per la strada!

Da un punto di vista sindacale la riunione non è stata del tutto negativa: SNAMI ha chiesto un rimborso per il nuovo sforzo che i MMG dovranno sostenere e, udite, udite… la Regione ha dichiarato che, almeno per un certo periodo di tempo, sarebbero disponibili a riconoscere un rimborso spese. Naturalmente non ci facciamo illusioni: sarà tutta da vedere la cifra in gioco e in che termini e se verrà corrisposta. Se ne riparlerà nel Comitato Regionale dell’11 settembre. La Regione deve fare l’accordo per non perderci 600 milioni di euro, ma se l’accordo non verrà stipulato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze subentrerà d’imperio e ci imporrà (senza compenso) le regole per “smaterializzare” la ricetta rossa del SSN. Vi terremo informati.

Curioso l’atteggiamento di un altro sindacato della medicina di famiglia. Costoro hanno affermato di NON essere interessati a compensi economici, ma vincolano la loro “adesione” al mantenimento, per il 2015, della quota A e della quota B dell’accordo regionale. Curioso e “dissociato” il loro comportamento, anche perché sono proprio quella forza sindacale che, in pubblico, proclama (ma sarebbe più appropriato dire: vaneggia….) che la Medicina Generale deve cambiare, bisogna fare ammucchiate (pardon) aggregazioni funzional-struttural-ipercomplesse e solo così si potrà dare al cittadino h24 la medicina di iniziativa e quei servizi e quel livello di assistenza moderno, magnifico e “progressivo” che è giusto lui si aspetti da un medico del XXI secolo…. E’ anche quella forza sindacale che ha “genialmente” spinto per scrivere un ACN dove le aggregazioni funzionali e strutturali non verranno più remunerate, dove verranno tolte le indennità per le reti e i gruppi, le segretarie, gli infermieri, etc determinando la riduzione dello stipendio a due terzi dell’attuale!…

Io, nonostante tutto, non ho ancora perso la speranza di poter fare il Medico di Medicina Generale. Sono convinto che aprire un’ora in più al sabato o fare i turni di notte abolendo la guardia medica non qualifichi un professionista. Sono convinto che una migliore gestione delle cronicità, che metta DAVVERO il Medico Curante nelle condizione di ben assistere il suo paziente potrebbe essere proficua per tutti. Sono convinto che i MMG siano in possesso di dati clinici che, se condivisi, potrebbero fare emergere patologie. Sono convinto che il vero “prendersi cura” non vada inventato ma già si applichi TUTTI I SANTI GIORNI negli studi dei Medici di Famiglia. Sono convinto che questi professionisti dovrebbero essere pagati molte volte di più per il lavoro che fanno e per l’abnegazione che ci mettono. E non c’è bisogno di esportare i DRG sul territorio e di ospedalizzare la Medicina Generale, ma semmai di far finalmente nascere come specialità e di dare la dignità che si merita a questa disciplina.

Insomma, se un vincolo va posto, io direi che tutti dovremmo batterci per AUMENTARE  e non mantenere i compensi regionali per la Medicina Generale (fermi dal 1998: sì non è un refuso, DAL 1998!!!!) e per destinarli a progetti di natura clinica. Sappiamo dal “Libro Bianco” pubblicato da Regione Lombardia che la Medicina Generale lombarda è finanziata peggio che in tutto il resto del Paese. E ALLORA BASTA ESSERE MASSACRATI DA TASSE E CONTROLLI ED ESSERE PAGATI IL 30, il 40% IN MENO CHE NEL RESTO D’ITALIA! Chi continua a reiterare la proposta di mantenere Quota A e Quota B per un piatto di lenticchie dovrebbe vergognarsi. RITORNIAMO A FARE I MEDICI!

Perciò, cari politici lombardi, siete avvertiti: dovete smetterla di trattare i MMG della vostra regione peggio di tutto il resto d’Italia. Perciò, Colleghi, anche voi siete avvertiti: quando, ancora una volta, vi chiameremo per riscattare la nostra professionalità ed il nostro valore, dovremo tutti rispondere senza tentennamenti!

Roberto Carlo Rossi