Medicina Generale sotto attacco. In vista i rinnovi contrattuali?

Medicina Generale sotto attacco. In vista i rinnovi contrattuali?

Riceviamo, addirittura dal Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, uno scritto, nel quale si comunica che il Consiglio Regionale lombardo, con un solo voto contrario, “su iniziativa del Consigliere Baldini“, ha approvato un ordine del giorno (vergognoso ed offensivo) in cui “rilevato che da un dossier dello SMI dell’ottobre 2014 emerge che Medici di Assistenza Primaria o Medici di Medicina Generale (MMG) in Lombardia hanno una retribuzione annua di 76.464,92 euro (dati aggiornati al 2013), mentre i dirigenti medici lombardi recepiscono mediamente 76.518,00 euro l’anno (dati aggiornati al 2013); sottolineato che dal medesimo dossier emerge che in Italia la media oraria settimanale di lavoro per il Medico di Medicina Generale è di 24 ore e per i medici dirigenti di 38 e che la retribuzione media oraria dei MMG è la più alta con 60,71 euro/ora, davanti ai pediatri per libera scelta (53,43), medici dirigenti (37,36) e specialisti ambulatoriali (32,17);  […]  invita il Presidente e la Giunta regionale a sensibilizzare le associazioni di categoria affinché sia uniformata il più possibile la reperibilità dei Medici di Medicina Generale con orario 8.00 – 20.00 nei giorni feriali e turnazioni durante i festivi“.

Déjà-vu. Si tratta del classico “trappolone” politico-mediatico in cui si ha sempre la peggio. Se si stesse al gioco delle cifre cominceremmo a spiegare che lo “studio” dello SMI è pieno di numeri campati per aria e che uno stipendio su tre, in realtà, se ne va per l’affitto, e che ci dobbiamo pagare anche malattia, sostituto, luce, telefono etc, e che magari lavorassimo solo 24 ore alla settimana!, e che la reperibilità è un istituto impossibile (oltre che inutile) da realizzare nella Medicina Generale, e che la saturazione dei Pronto Soccorsi non c’entra nulla con la Medicina Generale stessa, etc etc…

Ma con la folla inferocita, armata di forconi e incline al linciaggio non si ragiona in punta di fioretto e quindi il povero MMG (di recente attaccato anche da un “inutile” filosofo che pure, in altri tempi, ha detto anche qualcosa di intelligente – ma che non sia una manovra orchestrata, in vista del miserrimo rinnovo contrattuale che ci aspetta a breve?….) AVREBBE SEMPRE LA PEGGIO.

La verità è una sola: il Legislatore avrebbe un’arma molto semplice e immediata per “punire” quel fannullone infingardo e strapagato del medico di famiglia: trasformarlo in dipendente! Non che chi vi scriva sia favorevole a questa opzione, ma vi posso garantire che, sic stantibus rebus, il Legislatore e l’Esecutivo NON PERCORRERANNO MAI QUESTA STRADA. TROPPO DISPENDIOSA PER LE CASSE DELLO STATO. E poi, dove li trovano settemila dipendenti che, per lavorare, ci mettono il loro studio e investono i loro soldi??

Volete che la Medicina Generale si faccia carico della continuità delle cure? A Milano città l’allora Direttore Generale Maria Cristina Cantù aveva realizzato un ottimo accordo per il quale venivano aperti continuativamente, oltre agli studi singoli e associati dei medici, anche ambulatori di Medicina Generale distrettuali. Più recentemente, la medesima Dott.ssa Cantù, (ex) Assessore alla Famiglia, aveva realizzato con la Medicina Generale un accordo, mai concretizzatosi, per la continuità delle cure dei fragili. Ma nel primo caso l’accordo (che aveva realizzato risparmi e pieno gradimento della gente) è durato un anno e nel secondo caso, appunto, non si è neanche mai messo in pratica. Queste sono soluzioni concrete e non spauracchi d’effetto, ma occorre tempo e competenza da parte delle istituzioni… Molto più facile e sbrigativo mettere alla gogna mediatica un’intera categoria!

E’ ingenuo sperare che i politici, invece che manovrare mediaticamente l’indignazione della gente, si informino bene e realizzino progetti utili a tutti? Anche noi potremmo con facilità fare i qualunquisti e dire che tutti gli amministratori e i politici sono corrotti e spendaccioni e chissà quanti ci darebbero ragione. Ma è questo l’uso corretto del dibattito pubblico? E’ questo che deve fare chi ha la responsabilità di una delega datagli dal popolo?

Roberto Carlo Rossi