Inappropriatezza: aperta la caccia al medico! Replica dell’Ordine

Inappropriatezza: aperta la caccia al medico! Replica dell’Ordine

L’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia Lucia Borsellino, a nome di tutte le regioni, ha annunciato, con gran soddisfazione, che i Medici dovranno pagare le prestazioni inappropriate. In tutto il resto del mondo civile, i Medici sono liberi di prescrivere le cure farmaceutiche e non e gli esami strumentali che ritengono giusti per i loro pazienti. Ovviamente, tutti sono tenuti, ovunque, a non sprecare denaro e a muoversi entro i binari delle evidenze scientifiche. Tuttavia, i percorsi da seguire nella propria pratica professionale non sono mai determinati dal risparmio o dalle minacce, ma, appunto, dallo studio delle evidenze a disposizione. In effetti, ci risulta che in Sicilia si stiano perseguitando i medici in maniera indiscriminata, magari semplicemente perché hanno prescritto una scatola di alendronato (cfr www.snamicatania.it). La manovra è chiara: coprire i buchi di bilancio provocati da politici e amministratori scellerati che hanno dilapidato i soldi pubblici, facendo prescrivere poco ai medici e addossando a questi ultimi tutte le colpe e i contenziosi.

Come disse qualcuno: NON CI STO!!!! Di seguito leggete il comunicato stampa dell’Ordine di Milano e dobbiamo notare che, questa volta, anche la Federazione si è mossa con tempestività denunciando i pericoli di un tale dettato di legge.

Il comunicato stampa dell’OMCeO Milano:

Milano, 18 Aprile 2015 – Su proposta dell’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia, Lucia Borsellino, la Conferenza Stato Regioni ha avanzato un emendamento alle proposte di razionalizzazione e contenimento della spesa sanitaria, in base al quale i costi per prestazioni inappropriate devono essere pagate dal medico o dalla struttura che le ha proposte e non più dal cittadino. Emendamento che ha raccolto anche il favore del Governo. Al riguardo, invece, si è pronunciato in modo decisamente contrario il Presidente, dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, Roberto Carlo RossiSi tratta di un modo subdolo, questo sì inappropriato, per contenere la spesa sanitaria – ha dichiarato il Presidente di OMCeO Milano -. A pagarne le conseguenze sarà il cittadino, perché qualora l’emendamento venisse confermato, si indurranno comportamenti difensivi da parte del medico che, sotto la minaccia della sanzione, sarà indotto a evitare quelle prescrizioni che, pur essendo necessitate dalla specifica conoscenza delle condizioni cliniche del paziente,  potrebbero però essere ritenute dagli amministratori come inappropriate”. Disciplinare per via amministrativa– continua Roberto Carlo Rossila decisione del medico che, non dimentichiamolo, è già vincolato dal proprio codice deontologico alla correttezza, in primo luogo nei confronti dei propri assistiti, produrrà inoltre un aumento esponenziale dei contenziosi. Bisognerebbe al riguardo ricordarsi quanto successo nel 2006, quando la Regione Lombardia tentò di limitare le prescrizioni con analoghe motivazioni. La Corte dei Conti respinse, però, gran parte delle richieste di danno che ammontavano a decine di milioni di euro, con solo pochissimi Medici condannati a pagare cifre nel complesso irrisorie”. “Vale la pena di ricordare – conclude il Presidente di OMCeO Milano – che la spesa sanitaria italiana rimane tra le più basse in Europa a fronte di un soddisfacente grado della salute pubblica nel suo complesso, proprio grazie anche al modo appropriato con cui i Medici svolgono il loro lavoro. La Sicilia, invece di ricorrere alle minacce di sanzioni nei confronti dei Medici, farebbe meglio a puntare su percorsi condivisi di aggiornamento culturale, che si sono dimostrati vincenti in altre parti d’Italia e in gran parte d’Europa”.

Di seguito parte della notizia battuta da Quotidiano Sanità del 16 aprile:

“Al di fuori delle condizioni di erogabilità le prestazioni sono a totale carico del cittadino”. È quanto recita il paragrafo relativo alle misure sulla riduzione delle prestazioni inappropriate di assistenza specialistica ambulatoriali contenute nella proposta d’Intesa sui tagli alla sanità approdata e poi rinviata ieri alla Stato Regioni. Una sanzione pesante per il cittadino, che però le Regioni hanno voluto cancellare con una proposta emendativa: se qualcuno deve pagare, hanno deciso, è chi ha prescritto la prestazione inappropriata. E la sua è una responsabilità “patrimoniale”.  Una proposta che ha ricevuto il placet del Governo. Ad annunciarlo Lucia Borsellino, assessore alla Sanità delle Regione Sicilia a nome delle Regioni…”.