COVID19: pz e MMG di serie A e di serie B

COVID19: pz e MMG di serie A e di serie B

Nella giornata di domenica 3 maggio 2020 siamo venuti a conoscenza di un comunicato (CS Day Service Covid-2) della ASST NordMilano. In tale comunicato (che riporta anche dichiarazioni del DG della ATS Milano), si dà notizia di un accordo con una cooperativa. Da oggi 4 maggio 2020, “sperimentalmente”, quattro MMG di tale cooperativa potranno inviare pz con sintomi sospetti per COVID “per l’effettuazione in giornata di: prelievo, ECG, rx torace, tampone naso-faringeo“. “A seguire verranno coinvolti i MMG che svolgono la loro attività nel Presst ASST Nord Milano di via Livigno a Milano (4 MMG per un totale di circa 6.000 pazienti) per poi arrivare ad estendere il modello a tutti i 170 MMG di Milano soci della Cooperativa“.

Quella che segue è la prima richiesta di chiarimenti inviata da SNAMI:

Egr. Dottori, riceviamo numerose lamentele in ordine al comunicato stampa allegato, del quale non abbiamo avuto notizie per i canali ufficiali (Comitato Regionale, Comitato Aziendale, Ordine dei Medici, Federazione degli Ordini, etc) e che viene veicolato nelle varie chat dai MMG di Milano e provincia. Tale scritto, se veritiero e confermato nella sua validità dalle SSLL, rappresenta, a nostro avviso, tra le altre cose, un grave vulnus alla libertà di scelta del cittadino nei confronti delle strutture sanitarie e dei MMG a cui affidare il proprio stato di salute. A nostra conoscenza, mai si era visto un soggetto privato quale una cooperativa, stringere un accordo con una ASST (e una ATS?) per indirizzare i propri pazienti all’esecuzione di un determinato esame, altrimenti precluso, al resto della popolazione indistinta, se non in particolari casi e seguendo particolari regole.

La cosa rappresenta, tra l’altro, un evento che, a nostro giudizio, ingenera importanti preoccupazioni, vista la grande richiesta di tamponi nasofaringei per la diagnosi di infezione da COVID19 da parte dei pazienti; richiesta, finora, praticamente impossibile da soddisfare nell’ordinario, tranne, appunto, che in alcuni casi determinati e con molta difficoltà, come certamente noto alle SSLL. Naturalmente, cosa diversa (ed anzi auspicabile) sarebbe aprire a tutti e in più presidi il servizio citato.

Ma, sotto diversi punti di vista, limitare questo servizio, anche in prospettiva futura, ai soli MMG (e quindi ai soli loro pazienti) di una determinata “cooperativa” appare davvero singolare e, a nostro parere, censurabile. Non siamo di certo noi a giudicare la validità di quanto accaduto dal punto di vista delle vigenti leggi, ma sicuramente porremo questa domanda alle competenti Autorità….“.

A tale scritto, seguiva un lungo botta e risposta tra chi scrive e il DG della ATS Milano. Quest’ultimo, nel confermare implicitamente la veridicità del comunicato, affermava che poi, in futuro, tale “sperimentazione” verrà estesa a tutti, nonostante quanto riportato nel comunicato stesso.

Sarà, ma in ogni caso resta comunque il fatto che le modalità di attuazione di tale “sperimentazione” e soprattutto l’ accordo con una cooperativa privata che sembra favorire dei MMG e dei pazienti rispetto ad altri rappresentano, a nostro avviso, un fatto grave che non doveva accadere. È la nascita di un Servizio Sanitario non più universalistico, in cui un’azienda pubblica si sente libera di stringere un accordo con una cooperativa privata. E allora perché non stringere accordi con assicurazioni, mutue private ed entità commerciali della più varia natura? Ma è questa la mission di una Azienda pubblica? Sono domande che abbiamo girato al nostro ufficio legale perché le ponga al più presto alle competenti Autorità.