Approvata la controversa riforma della sanità lombarda

Approvata la controversa riforma della sanità lombarda

 

Infine è stata approvata la riforma della sanità lombarda. Riportiamo un bell’articolo di Cristina Vercellone del “Cittadino di Lodi” dell’8 agosto 2015 che riassume in poche parole luci e ombre della nuova legge regionale:

Una riforma fatta di luci e ombre. È quanto emerge dai commenti di medici e sindacati. «L’importanza della riforma sanitaria – commenta il presidente dello Snami e presidente dell’ordine dei medici di Milano Roberto Carlo Rossi – è l’attivazione delle strutture intermedie. Il Sud Milano è conciato male per quanto riguarda la presenza di ospedali. C’è un’abbondanza di strutture nel Nord est e nel Nord Ovest, ma nel Sud Milano le strutture di cura sono poche. Ci sono il Policinico di San Donato, Vizzolo, la Maugeri e l’Humanitas, ma stiamo parlando di una maxi cintura e quindi di una grande quantità di persone che hanno bisogno di assistenza. In questa zona strutture intermedie potrebbero essere di grande aiuto per i pazienti cronici in uscita dall’ospedale: per la persona  con scompenso cardiaco dimessa da San Donato, per esempio, e che non è in grado di stare a casa da sola, l’ideale è usufruire di queste strutture intermedie». Un dato, positivo e negativo contemporaneamente, per Rossi, consiste nel mettere  insieme ospedale e territorio. «Fondere ospedale e territorio in un’unica agenzia – dice il rappresentante sindacale – dovrebbe dare maggiore continuità. Il rischio è che si spenda di più. Poi ci sono tante cose che non mi piacciono. Manca, per esempio, la norma sulle assicurazioni. Tutte le strutture si devono assicurare e se sono in autoassicurazione i cittadini devono saperlo. La legge poteva essere un’occasione per definire la partita. Le assicurazioni devono assicurare i professionisti. Un’altra occasione persa è la definizione del tema del precariato medico. Non mi piace poi che sul territorio ci possano essere le strutture private. Sto parlando delle future aggregazioni di medici. Se i servizi privati possono avere un senso in ambito specialistico, non ce l’hanno, invece, per la cura delle patologie croniche» …”.