Appropriatezza, lo tsunami di febbraio

Appropriatezza, lo tsunami di febbraio

Vi ricordate la news pubblicata il 26 settembre 2015? Davamo, tra i primi, la notizia della imminente pubblicazione di un Decreto della ministra Lorenzin sull’appropriatezza. Venne fatto un articolone sul “il Giornale”. A livello nazionale, una trasmissione televisiva mise in ridicolo due noti segretari nazionali di due sindacati medici (ancora mi risuonano in testa le parole del Ministro: “…ma Dott. M., perché se la prende, ci vediamo tutti i giorni e ora si lamenta di questo decreto?….“…).

Vabbè, acqua passata. Poi il testo è passato alla Stato-Regioni e finalmente (si fa per dire) è uscito in Gazzetta [scarica il testo: Decreto-Lorenzin appropriatezza ]. I Medici hanno fatto una giornata di sciopero (finalmente unitaria) ed anche la FNOMCeO ha protestato. Ma niente da fare. L’unica magra vittoria è che, per il momento, hanno tolto le sanzioni. Ma, hanno ben precisato: “PER IL MOMENTO!“.

La categoria forse si è scossa dal suo millenario torpore e sembra si farà un altro sciopero unitario di due giorni in marzo. Nell’attesa, secondo noi, è PRECISO DOVERE DELLE REGIONI ricorrere in Corte Costituzionale. Non solo, per regioni come la nostra, dove sono anni che si stendono linee guida e percorsi condivisi, è imperativo sospendere gli effetti del decreto stesso, anche perché confliggono in maniera palese con molte precedenti indicazioni regionali. In questo senso, è stata rilasciata un’intervista a MD Digital (n.4 del 3 febbraio 2016) e SNAMI ha scritto una lettera al Direttore Generale Sanità che di seguito riportiamo:

Milano, 2 febbraio 2016

Egr. Dott. Walter Bergamaschi,

        in nome e per conto del Sindacato SNAMI che rappresento in Lombardia, anche alla luce del fatto che la nostra regione ha già più volte emanato DGR volte a definire percorsi diagnostici condivisi, chiedo, alla stregua di ciò che sta succedendo in altre regioni italiane, il “congelamento” del decreto Lorenzin sulle indicazioni di appropriatezza prescrittiva (G.U. n° 15 ­del 20.01.2016) in attesa che le rappresentanze dei sindacati, delle società scientifiche e degli Ordini dei Medici possano definire come rimodulare (se mai fosse possibile) questa insensata disposizione governativa che inciderà inevitabilmente sulla salute psichica e fisica del nostro popolo, acuendo le discriminazioni sociali ed economiche tra cittadini in tema di salute.

 Un taglio di prestazioni così importanti, oltretutto prefigurando assurde sanzioni per i Prescrittori che (solo) per il momento non ci sono ma potranno a breve essere decise, oltre ad incrinare irrimediabilmente il rapporto fiduciario medico-paziente darà il colpo di grazia alle strategie di prevenzione. Evitiamo, tutti insieme, che la Lombardia si trasformi in una regione dove solo i benestanti si possano curare!

 Da cittadino, da medico, da sindacalista e da Presidente di Ordine, Le chiedo con forza di far ricorso in Corte Costituzionale contro la citata disposizione di Legge, che entra pesantemente nell’assetto organizzativo e operativo della Sanità della nostra regione. Sono naturalmente disponibile, come sempre, a discutere di tali tematiche, anche in un Comitato Regionale che potreste convocare ad horas.

 In attesa di presto sentirLa, porgo cordiali saluti

 Roberto Carlo RossiPresidente Regionale SNAMI Lombardia