Il decreto è abolito a parole. Dopo il ricorso al TAR dell’Ordine di Milano (e degli Ordini di Bologna e Savona), le sanzioni sono rinviate prima (vi ricordate la famosa circolare di marzo?) e restano “solo” nei contratti poi. Ma soprattutto le prestazioni “inappropriate” saranno solo 80, no 40, mah vedremo… Che Stato da burletta…. A noi resta un orgoglio: quando misero le note CUF (ora AIFA) alcuni protestarono davvero ad alta voce ma nessuno ebbe il coraggio di portare in tribunale il Ministro. Questa volta è andata diversamente e i danni (forse) li abbiamo circoscritti, abbiamo respinto l’invasione dei Tartari (per il momento). Non so quanto riusciremo a tenere l’avamposto, ma per ora godiamoci la vittoria…
Roberto Carlo Rossi
da Quotidiano Sanità del 15 luglio 2016:
Decreto appropriatezza. Omceo Milano: “Rivendichiamo il merito della sua abolizione”
15 LUG – “Dare a Cesare quel che è di Cesare. Siamo molto contenti che, nei fatti, il Ministero sia venuto sulle nostre posizioni, ma ci tengo a sottolineare che l’annunciata abolizione del Decreto Ministeriale sull’appropriatezza delle prescrizioni mediche del 9 Dicembre 2015 – commenta Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirughi e Odontoiatri della Provincia di Milano -, appare semplicemente la presa d’atto della sua incostituzionalità da noi denunciata con un ricorso al TAR del Lazio presentato lo scorso mese di Marzo, condiviso nel merito anche dagli Ordini di Bologna e Savona. Dubito che, senza quelle argomentate controdeduzioni, l’intesa tra la Presidente della Fnomceo e il Ministro della Salute si sarebbe conclusa con la messa nel cestino del provvedimento”. “Il Ministero – aggiunge Roberto Carlo Rossi – con il DM aveva finalità differenti dall’appropriatezza intesa quale appendice del diritto alla salute. Il vero obiettivo era quello di tagliare in modo indiscriminato la spesa sanitaria, mettendo in profonda discussione il ruolo e la responsabilità del medico”. “Resta il problema delle sanzioni – conclude il Presidente di Omceo Milano – che non spariscono, mentre sparisce il ‘reato’, nel caso che Stato e Regioni le reintroducano per determinate situazioni. Entreranno, però, in convenzioni e contratti e, dunque, solo dopo un confronto e una mediazione condivisa anche dai medici. Mi pare un po’ una contraddizione in termini, questa dichiarazione del Ministero, ma per capire davvero cosa succederà, restiamo in attesa di leggere il testo definitivo del provvedimento e le tabelle ad esso allegate, nonché l’articolo che abrogherà il decreto ministeriale così detto della “appropriatezza”.
Questo il link alla notizia di QS che annuncia il decreto sui nuovi LEA e l’abrogazione del “decreto appropriatezza”:
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=41512