certificato INAIL telematico: la storia e gli obblighi

certificato INAIL telematico: la storia e gli obblighi

Dopo lo tsunami del Decreto Appropriatezza, ecco ora l’ennesima, inutile, complicazione sul certificato telematico di infortunio. Infatti, dal 22 Marzo 2016 l’invio telematico spetta al Medico o alla struttura  che per prima presta  assistenza all’infortunato. L’invio telematico richiede l’accensione personale di un PIN-Inail, così come è stato fatto per poter essere per l’Inps medico certificatore per richieste d’Invalidità. L’Inail rimanda al richiedente un N° di protocollo che il paziente consegnerà al datore di lavoro. Si ribadisce che la norma fa riferimento al 1° certificato introduttivo Inail, che peraltro assai raramente si presenta negli ambulatori del territorio, mentre è di frequente competenza del PS. Chi volesse comunque – nonostante tutto – emettere tali certificati dovrà dotarsi del PIN. In un primo tempo, all’atto della richiesta delle credenziali presso le sedi periferiche dell’INAIL, veniva imposta l’adesione alla convenzione per il pagamento diretto da parte dell’Ente dei certificati (che dovrebbe ammontare ad indecorosi 17 euro) e perfino l’IBAN per il versamento diretto del costo del certificato. Tale richiesta era del tutto illegittima ed è stata prontamente contestata alla direzione INAIL dal nostro Ordine dei Medici di Milano che ha invitato l’Ente a sospendere tale comportamento.

L’INAIL ci ha prontamente contattati e ci ha assicurato che darà immediate disposizioni affinché non venga più chiesto obbligatoriamente ai medici di aderire alla “Convenzione INAIL” e non gli venga più chiesto l’IBAN. Vi terremo doverosamente informati in caso di ulteriori sviluppi.