Antideontologica la DGR cronicità?

Antideontologica la DGR cronicità?

L’Ordine dei Medici di Milano ha inviato in Regione una lettera che evidenzia numerosi problemi di carattere etico e deontologico della DGR 6164.

Di seguito il testo della lettera e l’articolo uscito sul Corriere della Sera:

Al Governatore della Lombardia

All’Assessore al Welfare

Al Direttore Generale Welfare

Al Presidente IIIa Commissione Sanità e Politiche Sociali Consiglio Regionale della Lombardia

Milano, 12 aprile 2017

Oggetto: analisi aspetti deontologici DGR lombarda 6164 del 30 gennaio 2017

Egr. Dott.ri,

      l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, ha analizzato in varie sedi la delibera come ali’ oggetto, poiché, come è facile intuire, saranno importanti le ricadute della medesima e delle ulteriori DGR che seguiranno sull’assistenza sociosanitaria erogata sul territorio. Nella seduta consiliare del 28 marzo 2017 sono state infine licenziate una serie di osservazioni per quanto di competenza, che qui di seguito elenchiamo:

  • È prevista una remunerazione per i medici ad avanzo di budget: tale modalità è disetica e antideontologica.
  • È previsto che i Medici Curanti debbano concordare il percorso di diagnosi e cura con il gestore: questo limita la libertà del medico di realizzare l’assistenza più consona al suo paziente e quindi è antideontologico.
  • È previsto che il gestore possa concordare/contrattare con l’erogatore percorsi di diagnosi e cura privilegiati; tale elemento apre a possibili indebite ingerenze nel percorso di cura e diagnosi, anche di carattere economico; se poi è il medico curante che fa anche da gestore a concordare /contrattare con l’erogatore quanto sopra, il conflitto di interessi è ancora più stridente e problematico; in ogni caso, anche il rapp0rto tra gestore e Medico Curante (se quest’ultimo non attua la gestione del paziente cronico) può essere inquinato da interessi di natura economica; tutto ciò è antideontologico
  • Se il gestore è un MMG di assistenza primaria o fa parte di un gruppo/cooperativa che attua la gestione del cronico, si potrebbe avere una concorrenza sleale nell’accaparramento della clientela del Collega
  • Il Codice Deontologico vieta qualsiasi accordo che possa limitare la libertà di scelta del paziente e quindi indirizzare chi firma il patto di cura verso un erogatore a seguito di un accordo tra medici si configura come antideontologico.

    Siamo comunque disponibili, come sempre, a trovare soluzioni che siano rispettose della deontologia professionale, nell’interesse del cittadino e nell’ottica della collaborazione che deve animare gli Enti pubblici. Siamo altresì disponibili ad esporre e discutere in Commissione Consiliare Terza le problematiche testé evidenziate.

    Da ultimo e collateralmente, segnaliamo che risulta del tutto assente il Medico Specialista Ambulatoriale convenzionato, che pure è figura del territorio e che potrebbe entrare in maniera utile, virtuosa e condivisa nel processo di gestione del paziente cronico.

Ci è gradito, nell’occasione, porgere cordiali saluti e auguri per l’imminente S. Pasqua.

IL PRESIDENTE

(Dott. Roberto Carlo Rossi)

Di seguito l’articolo apparso sul Corsera il 15 aprile 2017, pagine 1 e 4 edizione di Milano:

I medici contro la Regione: si rischia il business dei pazienti – L’Ordine scrive a Maroni contestando l’introduzione dei tutor per i malati cronici. «Non è etico»

«È inaccettabile prendersi cura in questo modo dei malati cronici». La denuncia arriva dall’Ordine dei medici di Milano, uno dei più importanti in Italia. Il bersaglio è la riforma della Sanità prevista dal Pirellone, che potrebbe aprire cortocircuiti etici ed economici tra dottori, cooperative e ospedali. A risentirne sarebbero gli oltre 3 milioni di malati cronici lombardi. La Regione ha promesso di farli uscire dal girone infernale che scandisce la loro vita: controlli da prenotare, appuntamenti da ricordare, dimissioni dall’ospedale senza sapere come seguire la riabilitazione o dove trascorrere la convalescenza. Come? Affidandoli a un tutor che li segua passo passo nel loro percorso di cura, li affianchi e sia un riferimento costante. Con la delibera del 30 gennaio scorso si è iniziato l’iter per mettere in pratica la riforma. Ma l’Ordine nella seduta del 28 marzo solleva alcune obiezioni, poi raccolte in una lettera spedita al governatore Roberto Maroni e all’assessore al Welfare Giulio Gallerà. Il documento porta la data del 12 aprile e sottolineale criticità in vista. «Il rischio è un mercato dei pazienti — spiega il presidente dell’Ordine Roberto Carlo Rossi —. Il tutor, che sarà verosimilmente una cooperativa di medici di famiglia oppure il professionista di un ospedale pubblico o privato, dispone di un budget per ogni malato. Se risparmia nelle cure può incamerare i soldi avanzati. Si va decisamente contro l’etica e la deontologia della professione». Ma non solo. Il medico di famiglia dovrà coordinarsi con il tutor per le terapie. «Così sarà limitata la sua libertà» continua Rossi. Altro passo messo in discussione è la scelta dell’ente o dottore a cui ogni paziente si affiderà. A luglio il Pirellone invierà una lettera ai 150 mila malati cronici più gravi, al milione e 300 mila mediamente gravi e al milione e 900 mila con cronicità in fase iniziale, con la richiesta di decidere un nome a cui far riferimento. «Temiamo che i medici che fanno da tutor e appartengono a una cooperativa “rubino” pazienti ai medici di famiglia e che si scateni una guerra per accaparrarsi più persone» spiega ancora Rossi. Un conflitto di interessi che potrebbe nascere anche nel momento in cui il medico-guida contratta in prima persona il percorso di diagnosi e cura con gli ospedali che forniscono i servizi. Il presidente dell’Ordine paventa in questo caso il rischio di trattative poco trasparenti. «Prevedo molti prosciutti a Natale» commenta. Uno scenario di possibili pressioni che va assolutamente evitato. Per questo nel documento inviato l’altro giorno al Pirellone l’Ordine si dice disponibile a trovare soluzioni che «siano rispettose della deontologia professionale, nell’interesse del cittadino e nell’ottica della collaborazione».

Sara Bettoni – Simona Ravizza